Quando Ottavio Bianchi sfidò D10S
La mitica sfida di palleggi con un limone tra Bianchi, allenatore del primo scudetto del Napoli, e Maradona
Leggendo il libro di Garanzini e Bellinazzo, Il Napoli di Maradona: Cronistoria di un sogno: il primo scudetto edito nella collana Piccola Biblioteca Oscar – un testo che merita senz’altro di essere recensito -, nel capitolo finale ci si imbatte in una fantastica intervista a Ottavio Bianchi, allenatore del primo Napoli scudettato guidato da Diego Armando Maradona.
Quella di Bianchi è l’ultima testimonianza raccolta tra i protagonisti di quel magnifico anno calcistico vissuto alle pendici del Vesuvio nella stagione ’86-’87, la terza del settennato maradoniano, in cui gli azzurri hanno saputo conquistare il tanto agognato scudetto dopo 61 anni di cocenti delusioni (il club è stato fondato nel 1926).
Ebbene, l’allora mister del Napoli racconta così un curioso aneddoto relativo a una trasferta a Milano, in cui Maradona lo sfida a palleggiare con un limone.
Una memoria stupenda di un calcio che ormai non esiste più.
Bianchi: «Spogliatoio di San Siro, un’oretta alla partita. Maradona era assolutamente diabolico nel palleggiare con qualsiasi genere di sfera. In più era un agonista nato, come è tipico dei fuoriclasse.
Vede su un tavolo un cesto di agrumi, pesca, non un’arancia, ma un limone che ha un coefficiente di difficoltà ben più alto e chiede se qualcuno se la sente di sfidarlo. Io dico, bah, le solite gare da circo, lui prende il limone e comincia, e lo tiene su un bel po’ finché si stufa e lo molla tanto chi vuoi che lo superi.
Mi guarda con aria di sfida, io non ho niente da perdere e comincio a mia volta. Azzecco il primo colpo, il limone comincia a girare giusto e un po’ alla volta l’eccitazione sale.
Al colpo del pareggio un boato, al successivo che è quello della vittoria prima calcio il limone lontano poi dico a Diego: “Non sei nessuno”. Mi ha perseguitato per anni per la rivincita, palleggiando di tutto, persino con il naso e con le orecchie. Ovviamente me ne sono ben guardato».